

La guerra di secessione americana (1861-65), come tutte le guerre civili, fu combattuta con particolare asprezza tra le due parti, gli Stati dell’Unione (i Nordisti) e gli Stati della Confederazione (i Sudisti).
La vittoria dei Nordisti portò all’abolizione della schiavitù e accellerò lo sviluppo industriale della nazione.
Come in tutte le guerre, i canti e le marce militari ebbero una parte significativa, entrarono nella memoria di un popolo e, attraverso i mass media e i films (chi non ricorda Il Dottor Stranamore di Stanley Kubrick?), nella cultura musicale in genere.
I Sudisti trovarono in Dixie il loro inno. I Nordisti marciarono al canto di John Brown.
Ma la canzone che più di ogni altra è il simbolo di questa guerra è When Johnny Comes Marching Home, o semplicemente Hurrah!
Venne pubblicata da Patrick Sarsfield Gilmore nel 1863 e dedicata all’Esercito e alla Marina dell’Unione.
Un canto nordista, dunque, ma che auspicava la fine della guerra e il felice ritorno a casa del soldato Johnny.
La musica e perfino le parole si ispirano ad un precedente canto popolare irlandese (Johnny We Hardly Knew Ye), che però ha un significato più nettamente antimilitarista.
When Johnny comes marching home again,
Hurrah! Hurrah!
We'll give him a hearty welcome then
Hurrah! Hurrah!
The men will cheer and the boys will shout
The ladies they will all turn out
And we'll all feel gay,
When Johnny comes marching home.
The old church bell will peal with joy
Hurrah! Hurrah!
To welcome home our darling boy
Hurrah! Hurrah!
The village lads and lassies say
With roses they will strew the way,
And we'll all feel gay
When Johnny comes marching home.
Get ready for the Jubilee,
Hurrah! Hurrah!
We'll give the hero three times three,
Hurrah! Hurrah!
The laurel wreath is ready now
To place upon his loyal brow
And we'll all feel gay
When Johnny comes marching home.
Let love and friendship on that day,
Hurrah, hurrah!
Their choicest pleasures then display,
Hurrah, hurrah!
And let each one perform some part,
To fill with joy the warrior's heart,
And we'll all feel gay
When Johnny comes marching home.
When Johnny...
Quando Johnny ritornerà marciando a casa,
Urrà! Urrà!
Gli daremo di cuore un benvenuto
Urrà! Urrà!
Gli uomini saluteranno e i ragazzi strilleranno
Tutte le donne usciranno fuori,
E tutti ci sentiremo felici
quando Johnny tornerà marciando a casa.
La vecchia campana della chiesa risuonerà di gioia
Urrà! Urrà!
Per accogliere il nostro caro ragazzo,
Urrà! Urrà!
Diranno ragazzi e ragazze del villaggio
Copriranno di rose la strada,
E tutti ci sentiremo felici
quando Johnny tornerà marciando a casa.
Preparatevi al festeggiamento,
Urrà! Urrà!
Che faremo al nostro eroe tre volte tre,
Urrà! Urrà!
La corona d'alloro è pronta adesso
Per ornare la sua fronte leale,
E tutti ci sentiremo felici
quando Johnny tornerà marciando a casa.
Pace ed amicizia quel giorno,
Urrà! Urrà!
Mostrino dunque i loro eletti piaceri,
Urrà! Urrà!
E ciascuno faccia la sua parte,
Per riempire di gioia il cuore del guerriero,
E tutti ci sentiremo felici
quando Johnny tornerà marciando a casa.
Le scene censurate degli anni ‘20 e ‘30 sono state ritrovate in un vecchio cinema in Pennsylvania
La scoperta è stata incredibile. In un vecchio cinema della Pennsylvania – simile al “Cinema Paradiso” del film di Tornatore – un cinefilo ha ritrovato dei brandelli di pellicola. Su quegli scampoli di film c’erano le scene tagliate – letteralmente – dai film degli ani ‘20 e ‘30 del ‘900: quando cioè il cinema aveva pochi anni di vita, e il senso comune considerava “oseé” scene che oggi farebbero sorridere.
Quelle immagini sono però talmente affascinanti che ne è stato ricavato un piccolo filmato, proiettato per la prima volta alla 72 ore di Film Festival a Frederick, nel Maryland. Ma il grande successo l’ha avuto ora, diventando un fenomeno su Internet.
Il video sceglie inoltre di aprire con un preciso monito che è riportato integralmente nel video: “nel passato, autori ed esercenti erano costretti a rimuovere le seguenti scene cosiddette scandalose per non rischiare l’arresto. Anche le nostre forme attuali di censura e gli standard morali appariranno così ridicoli ai pubblici del futuro? Non lasciate che gli altri decidano come voi o la vostra arte vi dobbiate presentare. Rischiate di più di quanto gli altri non pensino sia sicuro”.
Le donne non devono profumarsi.
Le donne non devono indossare abiti ornati.
Le donne non devono indossare abiti di stoffa sottile.
Le donne non devono indossare abiti attillati.
Le donne devono coprire interamente il loro corpo.
Gli abiti delle donne non devono assomigliare a quelli degli uomini.
Gli abiti delle donne non devono assomigliare a quelli delle donne non musulmane.
Gli ornamenti dei loro piedi non devono produrre alcun suono.
Le donne non devono indossare abiti fruscianti.
Le donne non devono camminare al centro della strada.
Le donne non devono uscire di casa senza il permesso del marito.
Le donne non devono parlare con estranei. Se hanno necessità di farlo, devono farlo a bassa voce e senza ridere.
Le donne non devono guardare gli estranei.
Le donne non devono avere a che fare con gli estranei.
(Estratto dalla normativa emanata dal governo afgano nel 1992).
Appartiene al tuo sorriso
l’ansia dell’uomo che muore,
al suo sguardo confuso
chiede un pò d’attenzione,
alle sue labbra di rosso corallo
un ingenuo abbandono,
vuol sentire sul petto
il suo respiro affannoso:
è un uomo che muore.
Peppino Impastato
Peppino Impastato è morto a 30 anni. Lo hanno fatto espoldere sui binari della tratta Palermo-Trapani dopo averlo legato. Dopo la morte, ha subito anni di calunnie. Lo hanno attaccato perchè era un militante della Sinistra. Come si conviene, in questo stato di merda, coloro che lottano per la libertà e per la verità, vengono trattati come pezze da piedi.
L’omicidio di Peppino è tutt’ora avvolto nell’ombra. Don Tano - Gaetano Badalamenti, condannato come mandante del suo assassinio solo nel 2002 all’ergastolo, sembra non essere l’unico colpevole. Sembra che, forse, dietro ci possa essere la mano di qualche altra forza. Altre entità “superiori”. Forse addirittura la mano dello stato che per troppo tempo non ha voluto rendere omaggio a questa persona. Attilio Bolzoni, in una breve videointervista a Repubblica, spiega che, nella strage di Impastato, sono ritrovabili gli stessi elementi presenti nella trattativa tra Stato e Mafia culminata con le stragi ‘92 e ‘93 e tutt’ora in corso.
Peppino Impastato, nato e vissuto a Cinisi, giornalista, politico, attivista e conduttore radiofonico, divenne celebre per la sua trasmissione, su Radio Aut, “Onda Pazza”, all’interno della quale raccontava, screditava e derideva la forza mafiosa che, proprio in quel priodo, era più radicata nel suo paesino, nel quale risiedeva, a cento passi da casa Impastato, il boss Badalamenti o, come lui lo chiamava, Tano Seduto.
L’omicidio era addirittura stato considerato come un fallito attentato del giornalista stesso. Solo nell’84, grazie Rocco Chinnici e Antonio Caponnetto, viene firmata una sentenza di delitto mafioso a carico di ingoti.
Ciò che però rende ancora più forte la voglia di memoria di questo personaggio, è il fatto che fu lui stesso un erede mafioso. Nacque ciò in una famiglia mafiosa: padre, zio ed il cognato, il capomafia Cesare Manzella. Ma già da ragazzo Peppino si ribella e viene cacciato del padre perchè contro il metodo mafioso. Ed è forse in quel momento che la vita di Impastato si concentra tutta sulla lotta alla mafia. La voglia di ribellarsi ad una morsa sempre più stretta di criminalità organizzata.
Questi sono i nostri eroi. Come lui ce ne sono stati e, tanti, ce ne saranno tanti. Bisogna ricordarli per quello che hanno fatto e per cosa gli è stato fatto. Non si può ricordare sempre le solite persone che, per di più, non meritano neanche un pensiero, ma solo la più totale dell’indifferenza.
Fra pochi anni compirà mezzo secolo, ma continua a emozionare come se fosse stata appena pubblicata. Like a Rolling Stone, la celebre canzone di Bob Dylan presente nell'album Highway 61 Revisited del 1965, è stata rieletta la canzone più bella di sempre dal magazine americano "Rolling Stone", la Bibbia della musica leggera. La nuova classifica delle 500 canzoni più importanti della storia della musica è stata stilata da 200 esperti musicali e comparirà in uno dei prossimi numeri della popolare rivista americana. Come racconta il sitoweb di Le Figaro non è la prima volta che Rolling Stone stila una classifica del genere: già nel 2003 gli esperti della rivista avevano pubblicato la lista dei 500 brani più belli e adesso non hanno fatto altro che aggiornarla. Tuttavia, come sette anni fa, ai primi posti della lista si confermano per lo più canzoni degli anni sessanta e settanta.
Like a Rolling Stone, sul cui significato enigmatico sono stati versati fiumi d'inchiostro, non solo ha segnato un'epoca, ma ha dato una svolta decisiva alla carriera del menestrello americano. Oltre a coniugare perfettamente sonorità rock e folk, Dylan con questa canzone abbandonò per sempre quell'immagine di profeta che si era costruito negli anni passati e divenne uno dei simboli della rabbia e della protesta del tempo. Secondo gli esperti il brano continua a meritare il primato perché "nessun’altra canzone ha mai sfidato e trasformato i codici commerciali e le convenzioni artistiche della sua epoca così profondamente. Al secondo posto si piazza Satisfaction dei Rolling Stones, scritta nel 1965 da Mick Jagger e Keith Richards e pubblicato nello stesso anno come singolo. Il brano, che resta uno dei punti più alti toccati dalla band britannica, fu inizialmente trasmesso in Europa solo da emittenti pirata perché nel testo c’erano espliciti riferimenti al sesso. Al terzo posto troviamo l'intramontabile Imagine di John Lennon. Pubblicata nell'omonimo album del 1971, nel corso degli anni la canzone è diventata simbolo di pace e fratellanza.
Seguono altre famosissime liriche. Al quarto posto What's going on di Marvin Gaye, presente nell'omonimo album pubblicato dall'artista di colore nel 1971. Reinterpretata da tantissimi altri artisti negli anni successivi, questa canzone combina differenti generi musicali come il jazz, il soul e il classico. Al quinto posto Respect di Aretha Franklin: questo pezzo, inciso originariamente nel 1965 da Otis Redding, divenne famoso nel 1967 quando la cantante americana ne propose una nuova versione. Il brano divenne il simbolo dei movimenti femministi e della lotta contro l'apartheid in Sudafrica. Seguono Good Vibrations dei Beach Boys, Johnny B. Goode di Chuck Berry, Hey Jude dei Beatles e Smells Like Teen Spirit dei Nirvana. Gli esperti del magazine confermano che gli anni '60 sono stati il decennio d'oro della musica leggera: ben 195 canzoni presenti nella top 500 appartengono a quell'epoca. L'annus mirabilis, invece, è il 1965 (non a caso le prime due canzoni in classifica furono pubblicate proprio in quell'annata). Infine i più presenti nella top 500 sono i Beatles e i Rolling Stones. I primi hanno ben 23 brani nella classifica generale, i secondi quattordici. Seguono Bob Dylan con tredici pezzi ed Elvis Presley con undici.
A partire dal 23 Marzo 2010, entrerà in vigore un decreto che consentirà alla SIAE, Società Italiana di Autori ed Editori, di spillare ancora più quattrini a chiunque acquisti qualcosa di “tecnologico” in questo Paese. Ebbene si, infatti questa nuova tassa si applicherà quasi sulla totalità degli apparecchi informatici ed elettronici dotati di una memoria, sia essa SSD, sia un hard disk, un DVD, un Blu-ray o un CD.
Anche il settore della telefonia verrà colpito, in quanto oramai quale cellulare non possiede memoria integrata o supporto per microSD esterne? E con essi fotocamere, videocamere, console, videorecorder digitali e tanto altro. Ma vi sembra giusto?
Ma vediamo insieme i “danni” economici che questa tassa causerà ai nostri portafogli:
3.22 euro fino a 1 GB
3.86 da 1 a 5 GB
4.51 da 5 a 10 GB
5.15 da 10 a 20 GB
6.44 da 20 a 40 GB
9.66 da 40 a 80 GB
12.88 da 80 a 120 GB
16.10 da 120 a 160 GB
22.54 da 160 a 250 GB
28.98 oltre i 250 GB
32.20 oltre i 400 GB con applicazione dal secondo anno
2.76 euro ogni 200 GB aggiuntivi sopra i 500 conapplicazione dal secondo anno.
Smartphone e cellulari, di qualsiasi tipo, verranno tassati senza alcuna condizione di € 0,90.
I miei complimenti, sempre meglio! Diffondete questa notizia, in rete si stanno già animando le prime critiche contro questo provvedimento, ovviamente discusso in modo minimo dalle nostre televisioni. Si parla addirittura di class action da parte dei consumatori, vedremo come si evolverà la situazione.
Sinceramente non da fastidio per l’importo della tassazione, comunque ingente nel caso dei dispositivi Mp3, di PC, netbook e supporti ottici, ma per il fatto che tutti vengano considerati ladri e sotto posti ad una tassa, tra l’altro non cambiando nulla nella legislazione relativa al copyright e al diritto d’autore. Voi cosa ne pensate?
Condividete su Facebook, Twitter, fate girare questa pagina per informare quanta più gente possibile di questo nuovo scempio tutto italiano.
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Ti amo in tutte le lingue del Mondo |
italiano: mi sono infatuato di te
italiano: sono tuo
italiano: sono in fiamme per te
italiano: muoio per te
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Inno alla donna
A te m’inchino,
dolce ed amabile creatura;
a te che del creato
rappresenti la forza prima
e il motore propulsore della vita!
Non fosti tu,
agli albori dell’umanità,
ad avere origine dall’uomo,
ma fu lui a derivare da te;
ecco perché nei millenni
ha egli sempre avvertito
l’esigenza di ritornare
da dove era provenuto
per compenetrarsi con te
e deliziarsi del tuo corpo;
ma anche per dar vita gioiosa,
nel tuo grembo fecondo,
a nuovi umani germogli.
Da te quindi nacque,
come pure prolificò numerosa,
l’antropica specie;
da te originarono i principi
che l’attivarono e l’avviarono
verso i suoi ignoti destini,
i quali nei lunghi secoli
non hanno mai smesso di stupirci
e si sono sempre dimostrati
tanto inimmaginabili
quanto elettrizzanti ed arcani.
A te, enigmatico essere,
i sovrani affidarono le sorti
dei loro prosperi regni;
ma parimenti essi fecero,
quando l’avverso destino
traballanti li rese.
Alla stessa stregua,
fosti tu sempre trattata
anche da eroi e condottieri
che a te consacrarono orgogliosi
i primi le loro gesta
e le loro vittorie i secondi,
dopo che nel tuo nome
con temerità incredibile
le ebbero compiute gli uni
e conseguite gli altri
tra grandissime ovazioni.
Ma le indubbie tue doti
che davvero ti fecero onore,
donna mirabile e seducente,
furono la grazia e la leggiadria;
una volta ad esse paragonate,
si videro sminuire il loro prestigio
perfino le bellezze più rinomate
dell’incomparabile universo.
Anzi, fin dal loro primo esistere,
tali tue doti lusinghevoli
si diedero ad ispirare cantori e poeti;
perciò essi vollero giustamente
decantarle con inni e carmi di pregio,
che sarebbero dovuti poi restare
gloriosi ed imperituri nel tempo!
Luigi Orabona